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La colonna sonora

Musica e immagini

Il cinema, come la musica, possiede un linguaggio proprio; per la precisione, è il risultato di più linguaggi, l’insieme di diversi codici linguistici: immagini, dialoghi, musica. Il ruolo della musica nella creazione cinematografica è fondamentale: una scena senza musica, o con musiche diverse, trasmette nello spettatore significati differenti, spesso addirittura antitetici.

In un film la musica può essere:

  • originale, quando è stata composta appositamente per quel film;

  • pre-esistente, quando esiste già (ad esempio, una Sinfonia di Mozart utilizzata per accompagnare le scene di un video sulla Reggia di Caserta);

  • interna, quando viene prodotta all’interno del film (ad esempio, in una scena, ci sono ballerini che danzano mentre un’orchestra suona);

  • esterna, quando è aggiunta al film, nella fase del montaggio.

Il mestiere del compositore

Comporre per il cinema non è come comporre una canzone o una sinfonia. Non si è mai totalmente liberi di seguire solo la propria ispirazione, occorre tener conto di diversi fattori.

Il primo è dato ovviamente dal carattere del film: in un film comico, il compositore deve saper inventare una musica “comica”; al contrario, in un dramma, la musica deve sottolineare la tensione, le emozioni dei protagonisti della vicenda.

Il secondo è determinato dalla durata degli interventi musicali: se un dialogo deve essere accompagnato dalla musica, questa dovrà avere una durata precisa, espressa in secondi. Non è facile creare una musica bella, suggestiva e coinvolgente rispettando il vincolo ferreo della durata!

Le funzioni della musica nei film

In un video la musica può avere diverse funzioni:

  • identificare un personaggio (l’ingresso in scena del tal personaggio può essere sottolineato, o anticipato, da una determinata musica che si identifica con lui);

  • suggerire l’ambientazione e l’atmosfera della scena (una musica serena e familiare per la scena di una festa in giardino; una musica più inquietante, per una situazione difficile e tesa);

  • precisare tempo e spazio, ossia quando e dove si colloca la vicenda narrata nel film (alle volte, una musica orientale è sufficiente per farci capire che il film – o la scena – è ambientato in Cina; una musica ricca di percussioni e di suoni “primitivi” introduce efficacemente un documentario sulla preistoria dell’uomo);

  • collegare scene diverse tra di loro (un piccolo inserto musicale evita il passaggio brusco da una scena all’altra);

  • contrapporsi all’immagine e creare, volutamente, un senso di “disturbo” nello spettatore (una musica dolcissima su scene di violenza, un carillon infantile su una scena di panico).

Alla radio e in televisione

Anche radio e televisione fanno uso abbondante di musica; nella maggior parte dei casi, si tratta di

  • sigle, cioè brevi musiche poste all’inizio, nel corso o alla fine di una trasmissione che finiscono con l’identificarsi con essa, rendendola immediatamente riconoscibile; è il caso delle sigle che introducono un TG televisivo, uno show, un programma sportivo;

  • Jingle, ossia musiche che accompagnano la pubblicità; devono essere brevi e coerenti con il prodotto reclamizzato (ad esempio, infantili e giocose per un prodotto per bambini).