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Prima del pentagramma

Nell'alto Medioevo non esistevano né il rigo musicale, né le figure di valore. I suoni venivano indicati con piccoli segni posti tra le parole da cantare: erano i neumi. Incapaci di definire con precisione l'altezza dei suoni, né la loro durata, i neumi si limitavano ad indicare – e in maniera piuttosto approssimativa – la direzione del canto, verso l'alto o verso il basso.

Attorno all'VIII secolo si pensò di tracciare sul testo da cantare, oltre ai neumi, una linea “a secco”, ossia incisa sulla pagina: tale linea indicava il suono corrispondente alla nota Fa e rappresentava un primo punto di orientamento, anche se ancora insufficiente, per intonare in modo esatto la voce. Successivamente, si aggiunse una seconda linea, ad indicare il Do; poi una terza ed infine una quarta.

Nell'anno 1000, Guido d'Arezzo poteva disporre del tetracordo: un rigo musicale molto simile al nostro, costituito però da quattro linee e tre spazi.