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Tosca e le altre

L'ultimo dei Grandi

Giacomo Puccini è l'ultimo operista italiano. Con Verdi e a Rossini forma la "triade" dei grandi del nostro melodramma. La grandezza di Puccini deriva anche dal fatto che in lui coesistono la visione wagneriana del teatro e la scrittura accurata dell'ultimo Verdi.

La musica di Puccini scorre senza interruzione: e su questa musica si innalza un canto che è lirismo allo stato puro. Dà voce ad una infinità di "sentimenti", e ne coglie tutte le sfumature. Anche la scrittura orchestrale è ben più ricca, nei timbri e nelle dinamiche, rispetto a quella di Mascagni o di Leoncavallo.

Dal punto di vista del canto, Puccini è uno degli autori più difficili da interpretare, perché richiede una assoluta capacità di controllo della voce.

Le sue opere maggiori sono Manon Lescaut, Bohème, Tosca, La fanciulla del West, Madame Butterfly, Turandot, lasciata incompiuta per la morte del compositore. Verrà completata da Franco Alfano.

La Bohème

Proponiamo l'ascolto dell'opera Bohème, una delle più note e rappresentate nei teatri di tutto il mondo.

Tosca

Tosca è una bella ragazza che si innamora di Mario Cavaradossi, un giovane pittore. Su di lei ha però messo gli occhi il barone Scarpia, comandante della polizia romana. Questi fa incarcerare e torturare Mario, accusandolo di essere un sovversivo; in realtà, per poter ricattare Tosca e costringerla a cedergli. La ragazza riesce ad uccidere Scarpia ma poi, di fronte al cadavere di Mario, si getta dalla torre di Castel Sant'Angelo.

La prima rappresentazione ha luogo a Parigi nel 1887.

Turandot

Turandot è l'ultima opera di Puccini, restata incompiuta per la morte del compositore.

Rappresentata per la prima volta a Milano nel 1926 sotto la direzione di Arturo Toscanini, porta sulla scena la storia di Turandot, figlia dell'imperatore cinese, che si diverte a far decapitare tutti coloro che non riescono a risolvere i quesiti e gli indovinelli che lei pone loro.

Solo Calaf riuscirà a riesce a risolvere l'enigma ed ora la principessa cinese, come pattuito, dovrà sposarlo. Turandot è disperata, ma l'imperatore non può venire meno alla parola data. Calaf decide così di venirle incontro: sarà lei ora a dover risolvere un enigma, se vorrà restare libera. Dovrà scoprire il nome del principe ignoto. "Il suo nome è Amore": dichiara Turandot davanti al suo popolo prima di cedere allì'abbraccio di Calaf.