La querelle
La querelle des buffons
Querelle des buffons, letteralmente disputa sui comici.
Con questa espressione si indica quel dibattito, acceso e polemico, che si accende in Francia a proposito dell'opera comica italiana. Due sono gli schieramenti: da una parte, i sostenitori dell'opera seria francese, quella di Lully e di Rameau; dall'altra, i fans dell'opera italiana. Tra questi ultimi si scatena il filosofo Jean-Jacques Rousseau (nell'immagine) che non esita a dichiarare l'opera italiana di gran lunga superiore all'opera francese: "il recitativo francese è lento e monotono", scrive nella sua Lettera a Grimm sulla musica. "Quello che loro [i Francesi] chiamano così è soltanto una specie di canto mescolato a delle grida". Poi aggiunge: "il recitativo italiano, saldo nel suo procedere, per ogni sentimento dà il tempo all'orchestra di facilitargli i suoi passaggi di tono, e grazie a ciò evita le cadenze finali e conosce la sosta solo al termine del racconto. L'orchestra non oscura affatto la declamazione dell'attore con un mucchio di accordi, ma ad ogni diversa espressione gli conferma lo stesso sentimento con una nuova maniera di esprimerlo". Infine: "l'aria italiana non è affatto ridotta a giocherellare eternamente come quella francese intorno a lance, vole, chaîne, ramage...". Conclude poi con una similitudine curiosa: "un'oca grassa [l'opera francese] non vola mai come una rondine [opera italiana]".
Rousseau si scaglia contro la musica francese, e non risparmia critiche a Rameau, considerato dai francesi una vera istituzione musicale: "le opere teoriche di Rameau di veramente singolare hanno il fatto di aver avuto grande fortuna senza essere state lette. Rameau ha fatto sì che la Francia si ritrovasse inondata di brutta musica e di pessimi musicisti".
(Le citazioni sono tratte da J-J Rousseau, Lettera a Grimm sulla musica, a cura di Giancarlo Moretti - Bibliotheca, 1996).
Insomma, Rousseau denuncia i limiti dello stile francese e riconosce all'Italia un talento naturale per la musica, e per l'opera in particolare. E, sullo stile dell'opera italiana, compone egli stesso Le devin du village (L'indovino del villaggio), un intermezzo musicale che riscuote un discreto successo e di cui presentiamo una pagina molto gradevole.