La scrittura musicale
Come si scriveva la musica nell'Alto Medioevo?
Presentiamo ora i principali sistemi di scrittura musicale adottati fino all'anno Mille.
La scrittura neumatica utilizzava i neumi, cioè dei “segni” che, posti sul testo delle parole, indicavano solo la direzione della voce, ma non l’altezza precisa dei suoni.
Era utilizzata dai cantores che erano tenuti comunque a conoscere a memoria tutti i canti della liturgia.
La scrittura neumatica era pertanto insufficiente ad indicare l'altezza e la durata dei suoni; aveva dunque una funzione mnemonica: ricordava cioè a chi conosceva già i canti l'andamento della melodia.
Già adottata dai Greci, la scrittura alfabetica indicava i suoni con le lettere dell'alfabeto che potevano essere scritte diritte, inclinate o capovolte.
Come la notazione neumatica, la scrittura alfabetica presentava un grosso limite: non era infatti in grado di indicare con precisione la durata dei suoni.
Veniva adottata prevalentemente nello studio della teoria musicale.
La scrittura diastematica introdusse una linea rossa per indicare la nota FA.
Ciò consentiva ai cantori di avere un primo, importante punto di riferimento: infatti, la minore o maggiore distanza dei neumi dalla linea rossa indicava la minore o maggiore distanza tonale della voce dalla nota FA.
L'aggiunta di altre linee orizzontali portò alla nascita del rigo musicale.
L'immagine presenta un esempio di scrittura diastematica, da un manoscritto dell'Abbazia di Montecassino (FR) della seconda metà del XII secolo.